Dal capolinea di Hakone Yumoto ci siamo letteralmente arrampicate sulle montagne a bordo della Hakone Tozan line, per un viaggio mozzafiato di circa mezz'ora.
Foto by Marito-chan
Yukina ha saltellato per tutto il vagone indicandomi continuamente rami di ciliegio, oppure uccellini colorati e incurantemente svolazzanti sui binari, e facendo ciao ciao con la zampina a tutti gli addetti della ferrovia che al nostro passaggio salutavano con un leggero cenno del capo.
L'accoglienza all'Onsen è stata come al solito calorosa ma discreta, concedendoci subito la possibilità di rilassarci con un buon tè caldo.
Per poi fiondarci nel meraviglioso e caldissimo rotenburo in legno di pino, un'ampia vasca posizionata all'aperto e circondata da alberi in fiore, prenotata ad uso esclusivo per circa 40 minuti.
In Giappone recarsi all'onsen significa concedersi un breve ma intenso momento di pace, circondati dalla natura e coccolati dalle bollenti acque termali, che hanno il potere di rimetterci davvero a nuovo. Per non dimenticare l'ottima cucina tipica, ricca di cibi di stagione e di lavorazioni particolari legate strettamente al luogo in cui ci si trova, sempre abbondante sia a cena che a colazione.
Yuka-chan adora fare il bagno la mattina presto, quando la luce del giorno è ancora tenue e la sala dell'onsen è tutta per lei. L'acqua che scorre copiosa, i fiori della roccia che fluttuano delicati, l'aria calda che circola dentro ripulendoti dalla pesantezza della città.
Il luogo ideale per ricaricarsi dentro e fuori, una breve ma intensa pausa per riaffrontare con rinnovata energia la vita quotidiana, spesso piena di eventi poco piacevoli dai quali preferiremmo in molti stare lontani.
A volte io e Yuka-chan ci guardiamo di soppiatto e scoppiamo a ridere, pensando a come è cambiata la nostra vita negli ultimi due anni.
Ci ritroviamo proprio in Giappone, Paese che a volte sentiamo così estraneo e a volte, invece, così incredibilmente familiare. Sarà perché tra le nostre due Isole vive davvero un incredibile legame, fatto di folate di salsedine e abitudini radicate nei secoli. Sarà perché spesso ci si sente stranieri anche in casa propria.
Ringraziamo i nostri affezionati lettori e dalla nostra continueremo a leggere con rinnovato interesse chi ci racconta del Giappone attraverso i propri occhi, che siano quelli del turista innamorato o del salary man stressato o di chi condivide con speranza un sogno ancora da realizzare. O quelli di chi, come noi, il Giappone lo vive nel quotidiano, spoglio di tante illusioni e forse nella sua dimensione più cruda, ma sempre felice di condividere con il mondo le proprie piccole scoperte su questo Paese così intricato e affascinante allo stesso tempo.
Per il momento io e la piccola Yuka-chan vi lasciamo, ma con il dolce :)
PS. Questo blog è tornato alla normalità e serenità consueta, con buona pace di chi voleva che quel certo messaggio fosse definitivamente recepito.