May 04, 2007

イタリア人とパスタ。Gli italiani e la pasta.



現在のイタリア人の食生活は戦後より深く変わりました。一人当たりの収入はだんだん増加して、毎日の消費する食料も増えました。その結果、今の一日のカロリー必要量は400カロリー以上増えました。特に動物性の食品、つまり卵や魚や牛肉や乳製品などの使用が増えました。
小 麦からできた食品なら、いままでのように使われていて、パスタとパンとピザが一番食べられている食品です。ところで、世界中のパスタの生産すると同時に消 費するは、もちろん、イタリアです。一年に一人当たり消費するパスタの量は28キロくらいです。このデータに対して、アメリカ人のパスタの消費量は6キロ しかありません。その次はドイツとフランスとスペインです。
最近、日本人もパスタが好きになりました。東京にイタリアレストランは400ぐらいあって、その上パスタは毎日の食生活に入りました。健康の食品の中にお米と小麦から食品があるので、イタリア人も日本人も毎日の食生活を見直しました。

Durante un tranquillo pomeriggio domenicale, davanti a una bella tazza fumante di ocha, con la mia cara amica Trilly (ricercatrice e sviluppatrice di food) ci è venuto in mente di cercare su internet in che modo si sono modificate le abitudini alimentari degli italiani negli ultimi decenni. Ne è venuta fuori una piccola e, spero interessante, ricerca.

L'alimentazione degli italiani si è profondamente modificata negli ultimi decenni, a cominciare dal periodo in cui il nostro Paese usciva dalle gravi restrizioni della guerra e del dopoguerra a periodi in cui il livello di reddito pro-capite (e quindi di benessere) è andato via via aumentando, per giungere fino ai nostri giorni.
Caratteristica fondamentale è stato il generalizzato aumento della gran parte dei nostri consumi alimentari (che ci ha portato ad assumere ogni giorno in media 400 k/cal in più rispetto a quanto raccomandato), con rilievo particolare per i grassi. Sono aumentati soprattutto i consumi di prodotti di origine animale, tra questi principalmente le carni, specialmente quella bovina, di pesce fresco nonchè di latte e suoi derivati e di uova.
Anche se in modo moderato, il consumo dei cereali ha subito un incremento costante a testimonianza della loro quotidiana presenza nelle abitudini alimentari italiane. In particolare sotto forma dei suoi principali derivati, quali il pane (inclusa la pizza) e la pasta, alimenti che che tutt'oggi rappresentano la cucina italiana nel mondo.
L'Italia è attualmente il maggiore produttore e allo stesso tempo consumatore di pasta al mondo. Il consumo pro-capite è di 28 kg all'anno, davanti agli Stati Uniti che registrano un valore di 9 kg all'anno. Per far fronte a questi ingenti volumi, i produttori italiani importano dall'estero circa il 30% dei grani (Stati Uniti, Australia, Grecia, Spagna...) che verranno poi trasformati in semole di grano duro dai mulini locali.
Dell'intera produzione, che attualmente ammonta a circa 3 milioni di tonnellate l'anno, circa il 60% è destinato al consumo nazionale. Tra i Paesi importatori di pasta italiana, la Germania ha strappato agli USA il primato con il 16,2%, contro il 14,9% americano. La Francia si attesta al 12,9%, la Gran Bretagna è all' 11% e il Giappone sale al 5,5%, dato di assoluto rilievo che testimonia l'espansione del mercato della pasta oltre i confini geografici e culturali. Per esempio, a Tokyo 500 ristoranti di prestigio fanno cucina italiana, e altri 400 tra Osaka e Kyoto. In Italia, nell'ultimo decennio, possiamo osservare un'apertura verso la cucina etnica internazionale, che trova però una forte resistenza nei consumi domestici, nei quali la fanno da padrone i piatti fortemente legati alla tradizione culinaria italiana, in primis la pasta, nelle sue molteplici forme, colori e profumi.

Confesso di essere un'italiana atipica e di non amare molto la pasta, ma dopo aver completato questa indagine mi è venuta voglia di un bel piatto di spaghetti!!! *^__^*

1 comment:

  1. Non finisci mai di stupirmi Kazu! Non solo pubblichi post di estremo interesse l'uno dietro l'altro ma con quest'ultimo fai capire come le espressioni "essere italiano" e "mangiare pasta" coincidano, al di là di ogni possibile cliché. Le cifre riportate più che impressionarmi, mi confermano come la pasta sia un alimento base salutare alla facciaccia degli americani (obesi) che la snobbano ancora!
    Tesoro, sei un mito!

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