August 30, 2008

ただいま!Mare, sole e "colazione Mario" ^^


Ah, che fatica!
Andare al mare e fare il bagno nell'acqua trasparente con vista su Capocaccia, mangiare cibi deliziosi e fare lunghe passeggiate per il porto di Alghero non è mica un gioco da ragazzi eh... :D
Se la mia pelle non fosse color caramello e la mia casa invasa dalle cose da sistemare, penserei di aver sognato. Questa settimana è letteralmente volata via, sigh!

La mia piccolina per la prima volta ha preso l'aereo con me. Ci siamo gustate il decollo e il panorama notturno dal finestrino.


Il viaggio è stato comodissimo e in un'ora ci siamo trovate a destinazione.


Io e Yuka-chan non siamo amanti del dolce, così questa è la meravigliosa colazione che ci siamo concesse la mattina seguente:

frutta fresca, focaccia sarda e misto di salumi e formaggi. Dedicata al nostro carissimo Mario, un vero otaku della combinazione "crudo maionese e brie", con cui abbiamo preparato i panini per la spiaggia.


A prestissimo per raccontarvi le nostre avventure!!!

August 19, 2008

Buon viaggio, Nico-chan☆


Oggi con Yuka-chan siamo andate a salutare il nostro caro Nicola, in partenza per il suo secondo viaggio in Giappone ^^

La sua valigia era pesantissima! Secondo Yuka-chan, Nicola ha portato troppi regali (tra i quali anche i nostri... eheh... )

Per fortuna non gli hanno detto niente ed è partito senza problemi :)

Buon viaggio Nicola e salutaci Shiho-chan!!!

August 08, 2008

Tutti al mareeeee


Purtroppo manca ancora qualche manciata di giorni alle nostre vacanze in Sardegna, così intanto io e la mia piccola Yuka-chan ci alleniamo per i divertimenti da spiaggia.
Niente di meglio della palla per allenare il corpicino...


E per divertire la mente, il nostro amatissimo Sudoku...


Buone vacanze a chi è già al mare!
Tra poco arriviamo anche noi ^^

August 07, 2008

Geiko per un giorno. Ricordi giapponesi, 3° puntata.


[continua dal post precedente].
La visita ci porterà via almeno un'ora, così decidiamo di riposarci e pranziamo nei dintorni.
Più che per le sue fortificazioni, questo castello è noto per le meravigliose pareti interne dipinte dai pittori della scuola Kano, divenuta famosa dopo il 1500 per le sue raffigurazioni paesaggistiche e le scene in tradizionale stile cinese (la foto è di M-san, che ringrazio di cuore! io non avrei mai potuto trasgredire e fotografare l'interno del castello^^). La mia amica mi fa notare che il pavimento sotto i nostri piedi scalzi scricchiola producendo un rumore che ricorda il verso dell'usignolo. Con questo stratagemma nel castello era difficile introdursi di notte senza rivelare la propria presenza. Il giardino del castello è curato nei minimi dettagli e se si osserva con attenzione si può scorgere la presenza di omini nascosti tra i cespugli che in religioso silenzio e protetti da tute e maschere contro gli insetti estirpano erbe indesiderate e raccolgono gli aghi dei pini.


Dopo questo tuffo nel Giappone feudale, saliamo su un bus in direzione Kinkaku Ji, noto a tutti come il Padiglione d'Oro. Durante le mie lezioni di giapponese, le mie insegnanti utilizzavano spesso foto di luoghi famosi, tra cui questo meraviglioso tempio. La sensazione è sempre quella di entrare in un dipinto, ogni cosa è perfettamente al suo posto e l'unica cosa che ti riporta alla realtà è la presenza delle altre persone. Non posso fare altro che scattare numerose foto per essere sicura di ritrarre al meglio questo tempio che sembra sospeso sull'acqua, cercando di includere i bellissimi rami dei pini che si insinuano nella mia visuale. Il tempio non si può visitare internamente, così ci rassegnamo a seguire il percorso obbligato nel parco che regala viste nuove e sempre incantevoli del tempio. Ci fermiamo a gustare un tè verde accompagnato da un dolcetto di stagione tra i pini e le chiacchiere dei turisti. Notiamo due bei ragazzi italiani che cercano animatamente di fare amicizia con delle ragazze giapponesi. Io e A-chan ci scambiamo un'occhiata e scoppiamo a ridere... Dopodiché guardiamo l'ora, sono già le 18 e decidiamo di tornare verso la stazione, domani ci aspetta un'intensa giornata a Nara e dobbiamo effettuare il check in in hotel entro le 20...


A Kyoto ci sono tantissime altre cose da vedere, per dirne una le famose rappresentazioni di teatro Kabuki. Quasi tutte le guide suggeriscono di partecipare alla cerimonia del tè proprio a Kyoto, oppure di passeggiare nella famosa Via dei Filosofi possibilmente in primavera. Purtroppo il tempo a mia disposizione è stato molto limitato, ma la prossima volta cercherò di includere anche queste esperienze, tra le quali la visita del Toji, il tempio che vanta la pagoda più alta di tutto il Giappone.
Fino a qualche anno fa tutto ciò per me era solo un sogno, potevo viaggiare in questi ambiti luoghi solo attraverso i libri e gli occhi degli altri. Ma solo l'esperienza personale può regalare certe emozioni. Qualsiasi posto del mondo sognate di visitare, vi auguro di andarci presto per poterlo portare per sempre dentro di voi.

August 06, 2008

Geiko per un giorno. Ricordi giapponesi, 2° puntata.


[continua dal post precedente]
Sono le 17 e dopo esserci rinfrescate decidiamo di sfruttare le 2 ore e mezzo a disposizione per fare una passeggiata in centro, la cena verrà infatti servita in camera alle 19.30.
Kyoto è luminosa e arieggiata, ogni angolo sembra curato ad arte e si ha l'impressione di entrare in una cartolina illustrata. Entriamo nel parco Maruyama attraverso un gigantesco torii di pietra. Il fruscio degli abeti e davanti a noi decine di lanterne bianche dipinte di rosso e nero, turisti stranieri che per leggere la sorte agitano scatole di latta ed estraggono bastoncini numerati. Usciamo da quella che in realtà è l'entrata del tempio e, costeggiando la Shijo Dori, ci muoviamo verso il centro di Kyoto.
Dopo 10 minuti di negozi di souvenir e profumo di cibo si apre davanti a noi il fiume Kamo, sagome di persone che brulicano controluce, ristorantini e case che si affacciano sull'acqua. Pieghiamo sulla sinistra e dopo poco ci infiliamo nelle stradine lastricate che ci riportano verso la ryokan. Attraversiamo giardini perfettamente curati e due komainu di pietra ci guardano dall'alto dei loro piedistalli, a difesa di un portale che nasconde un tempio Inari chiuso al pubblico.
Ci imbattiamo in una coppia di maiko che accettano di farsi fotografare accanto ai turisti.


Verso le 19.20 rientriamo nella ryokan, e dopo 10 minuti ci viene servita una delle cene più buone che ho gustato in Giappone: diverse specialità di sashimi, verdure, tofu, tenpura, ecc.
Dopo esserci rifocillate andiamo a fare il bagno, rito che per i giapponesi si compie la sera prima di andare a dormire. Dopo esserci strigliate e risciacquate a dovere ci immergiamo nell'acqua calda e attraverso le ampie finestre della stanza del furoo godiamo del panorama delle luci della città.
Al ritorno in camera troviamo due grandi e morbidi futon, dove ci infiliamo dopo aver visto un po' di tv.

Dopo una gustosa colazione a base di frutta fresca, consommé e una selezione di sashimi, il sabato trascorre sotto il sole visitando i meravigliosi templi della città, a partire dal Kiyomizu-dera che raggiungiamo dopo una mezzoretta di cammino rifiutando le offerte dei porta-risciò che gentilmente si offrono di accompagnarci. Hanno tutti il fisico asciutto e atletico e indossano dei particolari calzari che li fanno sembrare dei personaggi di fantasia. Questo antico tempio, costruito più di mille anni fa, si arrampica sulla montagna e ci aspetta una lunga scalinata costeggiata da lanterne di pietra, portali e piccole costruzioni con appese centinaia di tavolette votive. Dopo esserci levate i sandali entriamo nel tempio e ci mettiamo in fila per poter pregare. È il mio turno. Dopo aver espresso il mio ringraziamento, batto la grossa campana a rovescio. Mi risponde con un gong che riecheggia a lungo per tutto il tempio.
Dopo aver visitato il complesso scendiamo per le stradine alberate laterali e ripercorriamo la strada verso la ryokan. I negozi che la mattina erano appena animati ora sono affollati da una moltitudine di turisti e studenti in gita scolastica, alcuni di essi offrono assaggi di dolci, tè e altre prelibatezze. Ci fermiamo un po' qua un po' là per ammirare i prodotti esposti e acquistare souvenir. Ritiriamo i bagagli che ci hanno custodito gentilmente presso la ryokan, acquistiamo un pass giornaliero e ci avviamo verso la stazione centrale dove depositiamo le nostre valigie in un coin locker (armadietto dotato di lucchetto a tempo). Saliamo sul bus, prossima tappa castello di Nijo... [continua]

August 05, 2008

Geiko per un giorno. Ricordi giapponesi.


Londra, agosto 2002. Con ancora il fiatone dopo aver corso per non perdere il treno, sprofondai nel morbido sedile di velluto viola e valutai se fare un pisolino oppure estrarre dalla borsa il mio nuovo libro, "Memoires of a Geisha". Ogni mattina eravamo in tanti a salire su quel treno delle 6 e 18, tutti più o meno assonnati e una dura giornata di lavoro davanti a noi. Ma io avevo i miei libri a tenermi compagnia, e da sempre le prime ore di sole sono per me le più dolci per sognare a occhi aperti e risolvere i rompicapo della mia vita. Optai per il libro e mi immersi nella lettura, le labbra rosse della copertina riflesse nel finestrino rigato da un paesaggio di mattoni rossi e cielo grigio fumoso, ogni tanto una banchina e dei visi nuovi. Mi immersi in un mondo sconosciuto e lontano e giurai a me stessa che un giorno sarei andata a Kyoto.

Tokyo, settembre 2006. È venerdì, sorrido e penso "thanks God it's friday".
Sono in Giappone, studio nell'accademia dei miei sogni e sto per salire su un treno superveloce chiamato Shinkansen. I miei genitori giapponesi mi hanno consigliato di non guardare troppo vicino dal finestrino, potrebbe venirmi la nausea. Ma con il pancino pieno dopo un teishoku menu (menu fisso) in un ristorantino della stazione di Shinagawa, sono in pace con il mondo e mi concentro per trovare il binario giusto. Niente di più facile in Giappone, dove tutto è scritto nel posto giusto e ben leggibile. Mentre aspetto il mio Nozomi Shinkansen delle 13.58 passa un fulmine sul mio binario e realizzo che sto per salire su un missile interplanetario.

Dopo circa due ore di viaggio una voce calma e suadente ci annuncia che stiamo per fermarci nella stazione di Kyoto. La stazione è nuovissima, luminosa e pulita, ai lati del grande corridoio caffetterie e negozietti vari, gente che si muove tra le vetrine e annunci in giapponese che riecheggiano nello spazio. Davanti a me le uscite elettroniche e la mia amica A-chan che sorride sotto un cappellino colorato e agita il braccio. Mentre ci avviamo verso l'uscita principale dalle grandi finestre traspare un cielo azzurro solcato da grattacieli e il nostro chiacchiericcio si mischia a quello della folla che si muove intorno a noi.
Rispetto a Tokyo la gente di Kyoto sorride e parla a voce più alta, le signore ridono con gusto e nell'aria c'è profumo di natura. Attraversando la città con il taxi mi rendo conto che i grattacieli intorno alla stazione sono solo un paravento che nasconde una distesa di casette dai tetti spioventi e stradine lastricate, a est montagne ricoperte di verde smeraldo.
Dopo aver percorso un lungo viale attraversiamo un ponte e capisco che stiamo entrando a Gion, quello che ancora oggi è famoso in tutto il mondo come il quartiere delle Geiko di Kyoto: qui nacquero le più famose case da tè giapponesi e dalla fine del sedicesimo secolo anche diversi teatri Kabuki, rendendo il luogo un paradiso dei divertimenti. Nell'immaginario occidentale, la "Geisha" viene purtroppo ancora vista come una semplice intrattenitrice del pubblico maschile; dopo l'invasione americana del Giappone, infatti, si definivano così le accompagnatrici dei quartieri di Tokyo. Con questo nome in Occidente si indica ancora adesso erroneamente la Geiko, che esprime invece la sua arte attraverso la musica, il canto, la danza e la conversazione. Ogni suo gesto deve rappresentare bellezza e armonia, e la Geiko lavora sodo per esprimere qualcosa di sublime anche nel semplice atto di versare una tazza di sakè.
Ma torniamo a Gion. Lasciata la via principale le stradine diventano pendii e davanti a noi si staglia la pagoda Yasaka, ciò che rimane di un tempio buddista una volta lì ubicato. La nostra ryokan (locanda) si trova poco più avanti, a due passi dal tempio Yasaka, nella zona est di Gion.
L'accoglienza è calda e festosa, si capisce subito che la conduzione è familiare, e anche il cagnolone che fino a un secondo prima sonnecchiava davanti alla reception viene a farci le feste. I proprietari sono incuriositi dalla strana coppia, soprattutto dall'occidentale che si rivolge a loro in giapponese; ci fanno qualche domanda discreta poi la signora ci accompagna nella nostra stanza. Il profumo dei tatami, un tavolino basso di ciliegio e dietro le porte scorrevoli l'ampia stanza da letto. Nell'angolo a destra è allestita una tokonoma, piccolo spazio che nelle case tradizionali giapponesi è dedicato all'esposizione di stampe o arrangiamenti floreali... [continua]

August 02, 2008

ミレーセのフォカッチャ、真似のできない味。La Focaccia del Milese. Imitazione impossibile.


お客さんの目の前で作られていて、ミレーセのフォカッチャは窯で焼かれ、アルゲーロ産のトマトが使われています。シンプルでありながら、この二つの要素によって、サルデーニャフォカッチャは他に真似のできない味を醸し出しているのです。
ミレーセのフォカッチャはいつも完璧で、友達とちょっとIchnusaビールを飲みながらでも、素敵なご飯になります。

Continua la serie dei post "riproposti" ^^
Questa volta avrei piacere a farvi rileggere la mia recensione sul "Milese", il mio bar-focacceria preferito di Alghero. Un piccolo viaggio attraverso ricordi e sapori inimitabili.

Focaccia sarda cotta nel forno a legna e pomodori di Alghero: questi i due ingredienti che rendono unico e inimitabile in tutto il mondo questo delizioso panino, preparato davanti agli occhi del cliente con ingredienti sani e gustosi. Mettiamoci poi l'aria salmastra, il canto dei gabbiani e l'atmosfera magica di una cittadina movimentata, che al tramonto diventa tutta d'oro con le sue mura antiche e i campanili che si stagliano maestosi.
Ottima come pranzo da portare in barca, la focaccia del Milese è per noi indigeni una tappa obbligata. Ma questo delizioso panino è ottimo anche per cena, da gustare con una birra Ichnusa ghiacciata in compagnia degli amici.
Il meraviglioso porto di Alghero e i gli antichi Bastioni faranno da cornice a una serata indimenticabile.

Bar Focacceria il Milese
Via Garibaldi, 11 Alghero (SS)
Sardegna