Per quelli come me che divorano metri di scale mobili a ritmo di mp3, prendono spintoni da turisti più o meno disorientati, ottimizzano il tempo correggendo rational in 23 minuti e 37 secondi e trattengono il respiro nelle ore di punta cercando di non incrociare sguardi maliziosi, tutto ciò potrebbe sembrare sospetto.
E invece si tratta di un'esperienza unica che mai avrei pensato di fare fino a pochi giorni fa, una serata gelida di gennaio, 12 ore di stanchezza sulle spalle e, diciamolo, un pizzico di scetticismo.
Siamo a Roma, Porta Maggiore, ore 21.00.
Un compleanno a sorpresa, una trentina di invitati e diverse buste più o meno griffate che fanno capolino tra cappotti e piumini.
Ci conosciamo quasi tutti, almeno di vista, inganniamo il freddo ripetendo nomi e occasioni in cui ci siamo già incontrati.
Diversi tram sostano e ripartono, scaricando gente lanosa e frettolosa. Intorno a noi le rovine di Roma antica, arcate di travertino in cui scorreva anche l"Aqua" che mi piace pensare abbia ispirato mia madre nella scelta del mio nome.
Trenta teste si girano pian piano, il vociare si trasforma in gridolini e risate: è arrivato, è il nostro tram. È tutto illuminato e addobbato di festoni e palloncini, tovaglie colorate, tremori di candele e poltroncine imbottite.
Siamo tutti eccitati all'idea di salire e ci dividiamo in gruppetti a seconda dell'intimità. All'interno dei due vagoni sei tavoli da quattro e quattro tavolini da due.
Prendiamo tutti posto e, dopo pochi minuti, le luci si spengono. Nascondiamo le candele con le mani e guardiamo di soppiatto due figure bigie che si avvicinano frettolose.
Lui l'abbraccia premuroso e la accompagna verso noi, ma lei fatica sui tacchi alti e incespica sui binari...
Si apre la porta, si accendono le luci e scoppiamo in un fragoroso e scomposto TANTI AUGUURIIIIIII!!!!!
Signori, si parte. Tutti seduti e ridanciani, il tram che sobbalza, accanto a noi finestrini di facce stupite e stipate e automobilisti assonnati.
Il tram attraversa Piazza Vittorio, viale Manzoni, per poi regalarci la sosta davanti a una delle più belle vedute del mondo: il Colosseo di notte, con tanto di spicchio di luna.
Dalla cucina cominciano ad arrivare antipasti, drink più o meno alcolici, la musica attraversa energicamente gli anni '80.
Siamo tutti rilassati e felici, la stanchezza sembra scomparsa e dopo qualche "shottino" le risate si fanno più alte.
Primi, secondi, un gruppetto di fumatori si avventura all'aperto facendo boccacce a noi freddolosi che rispondiamo brindando alla loro salute.
La festeggiata si muove tra i tavoli scartando pacchetti e raccontando come sia stata piacevolmente raggirata dal suo adorabile maritino.
La prendiamo tutti in giro per il vestitino sexy e la ricopriamo di baci e regali. Le ore trascorrono piacevoli, tra balli scatenati e promesse di nuove serate.
Verso l'una le luci lampeggiano, signori e signore tutti in carrozza. Nel viaggio di ritorno salutiamo i vicini di macchina come scolari in gita scolastica, tutti più o meno brilli e stanchi, ma pronti a raccontare la nostra avventura ai colleghi del giorno dopo.
Assolutamente da rifare, magari in primavera. Così suggerisce il mio maldigola del "giorno dopo" :)
January 29, 2007
レストランのような路面電車。Signori, si parte.
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