

Yuka-chan impegnata in una delle sue attività preferite
Posted by
Claudia Casu
at
05:06
11
comments
Labels: Istituto Italiano di Cultura, Lavoro a Tokyo, Nissen, Starbucks, Yuka-chan
Posted by
Claudia Casu
at
05:16
8
comments
Labels: amici, Hanami, Nicola in Giappone, primavera, Sakura, Tokyo, Usanza in Giappone, Yuka-chan
Data una lasagna, l'angolo della teglia apposita inserita in qualsiasi forno tradizionale o combinato munito di sistema rotante è equivalente a 90°.Un po' da terrorista, ma come potete osservare la data dell'Asahi Shinbun è di oggi :D
Dimostrazione: dopo aver misurato ogni angolo della teglia, ecco Yuka-chan che in un eccesso di zelo ne verifica anche i lati.
Per chi non avesse ben chiaro il problema, ecco qui l'introduzione.
La soluzione è arrivata ieri sera mentre mettevo via le pentole di terracotta, utilizzate normalmente per preparare nabe durante i mesi freddi, precisamente osservando il coperchio di quella media che, magia delle magie... non solo è tondo ma entra perfettamente in larghezza, riuscendo a dribblare perfettamente le dispettose scanalature concentriche della base del forno.
È bastato avere giusto l'accortezza di girare la teglia ogni 15 minuti (la resistenza è posizionata nel fondo).
Ed eccoci pronte a partire per il weekend lungo, munite di dono mangereccio per i nostri ospiti.
Che soddisfazione :D
Posted by
Claudia Casu
at
02:47
17
comments
Labels: Asahi Shinbun, Forno combinato Hitachi, Lasagna tradizionale, Yuka-chan
Stamattina mentre leggevo assonnata l'Asahi Shinbun davanti al mio immancabile caffè espresso (fatto con la Musa Bialetti eh!), la mia Yuka-chan si è infilata tra i volantini pubblicitari, che ogni giorno arrivano allegati a strati multipli tipo lasagna interplanetaria (a proposito di lasagna, un lampo di genio mi ha forse fatto risolvere l'inghippo piatto rotante, ma prima di pronunciarmi devo fare l'esperimento...).
Si, insomma, dicevo i volantini. Tra pochi giorni sarà l'Equinozio di Primavera, che qui in Giappone è festa nazionale, e chiaramente tra le patisserie è guerra aperta a chi fa la torta e i dolcetti più belli per l'occasione.
Yukina si è innamorata di questa bellissima roll cake a base di sakura:
Gelatina di ciliegie, crema di ciliegie, insomma così primaverile che nel pan di spagna ci sono addirittura foglie di ciliegio tritate :)
Diciamo che se mi arrivasse come omedetō gift (i tipici doni di marzo per la promozione scolastica) non mi lamenterei di certo. Ma io sono un attimino fuori gioco... quasi quasi iscrivo Yuka-chan all'asilo ;)
Chiaramente tra i mille volantini c'era l'immancabile chirashi di Domino's Pizza, con la sua improbabile gamma di pizze fusion, tra le quali la famosa Bread Bowl Pasta, ovvero una pseudo-focaccia ripiena di pasta al sugo di gamberi (che lascio commentare a voi).
Come la sua padroncina, anche Yuka-chan è in astinenza da formaggio e indicava insistentemente la figura della Kuatoro Cheese Melt (dove "kuatoro" starebbe per quattro).Prima o poi la vorrei assaggiare per curiosità.
In fondo l'esperimento della Quattro Stagioni di Pizza-la non era andato poi così male (ma ero in astinenza, lo confesso).
Posted by
Claudia Casu
at
07:58
14
comments
Labels: Asahi Shinbun, Chirashi, Domino's Pizza, Pizza-la, Yuka-chan
la mia prima lasagna del 2010 ^^
Rimettere in discussione gli assiomi della mia beata e sardonipponica vita sembra sia diventato il mio sport ufficiale, ultimamente.
Tralasciando le nuove e giuste abitudini di comportamento sociale, frutto delle regole di rispetto comune tipiche di questo Paese e alle quali mi sono adattata volentieri, o l'impegnativa raccolta differenziata della spazzatura che mette in crisi gli stessi indigeni, o l'indecifrabile sistema di regole non scritte che devi imparare a tastoni, beh, su una cosa soltanto davvero non sono disposta a scendere a compromessi: le lasagne.
Ma andiamo per ordine.
Il profumo di questo piatto tipico della nostra italica gastronomia, così versatile nelle sue infinite preparazioni, è stato mio fedele alleato nel convincere il marito anti-microwave ad accessoriare la nostra cucina con uno stupendo e tecnologico forno combinato della Hitachi.Fonte Rakuten Japan
Decisamente ridotto nelle sue dimensioni, incredibile nel suo utilizzo one-touch e facile da pulire. Come mia prima esperienza con il microwave (ebbene si, lo ammetto) non potevo chiedere di meglio, insomma.
Lo shock è avvenuto al primo, sofferto utilizzo del forno in modalità "tradizionale".
L'assenza delle apposite scanalature di guida per la teglia mi avevano effettivamente insospettita, ma sfinita dalla battaglia (comunque vinta) di convincimento del marito monello non mi sono soffermata troppo sui dettagli, dando per scontato che i forni elettrici di tutto il mondo si basino tutti sulle stesse leggi geometriche: la torta è rotonda, la lasagna è quadrata.
Ed ecco la bellissima pyrex della Iwaki con la quale ho allestito la mia prima lasagna del 2010, in versione vegetariana, ricca di verdurine grigliate e besciamella rigorosamente fatta a mano.
Per acquistarla mi sono recata al negozio munita di metro, non contenta ho comunque fatto la prova infilando la pirofila nello stesso modello di forno acquistato, in esposizione due corsie accanto.
Un capolavoro di design e leggerezza nella sua semplicità. Se non fosse che, appena infilata nel mio supertecnologico forno e compiuta una rotazione di appena 20° qualcosa si è inceppato.
Attenzione però... rotazione? E da quando i forni tradizionali ruotano? Sì certo, la spettacolare danza del darwīsh rotante tipica del microwave è apprezzata e rinomata in tutto il mondo, ma chi ha deciso che in modalità tradizionale il piatto debba ruotare?
Sconvolta dalla terribile scoperta e pervasa dallo sconforto, mi sono messa a sfogliare freneticamente il guide book del forno senza trovare traccia della possibilità di arrestare la rotazione. Tra i contenitori compatibili si raccomanda semplicemente di non utilizzare materiali inadatti nelle rispettive modalità, ma nessuna traccia dell'assioma rotante.
Dopo circa un'ora di tribolazioni e ricerche forsennate su internet, sono giunta alla conclusione che in Giappone anche la lasagna ha da ruotà. Trasferito il contenuto della teglia in due pirofile ovali (sigh!!!), me la sono cavata con giusto 30 minuti di ritardo sulla cena.
Che il maritino ha decisamente gradito, spazzolando la sua porzione e chiedendo il bis.
Io comunque non mi arrendo, e oggi vado a cercare una nuova pirofila rigorosamente quadrata ma abbastanza piccola da consentire la rotazione. Perchè per me la lasagna vuole quadrata ^^
Posted by
Claudia Casu
at
02:20
18
comments
Labels: Forno combinato Hitachi, Lasagna vegetariana, Pyrex Iwaki
Per una serie di piacevoli coincidenze, ultimamente mi imbatto spesso nella trascendentale visione della Tokyo Tower.
Per esempio percorrendo la Sakurada Doori 桜田通, di ritorno dalle recenti numerose incursioni all'Ambasciata Italiana, luogo di pace popolato da persone incantevoli (il calore italiano abbinato all'efficienza giapponese, non esiste niente di meglio al mondo).
Stessa cosa ieri sera, mentre mi recavo all'ennesimo colloquio di lavoro.
Camicia bianca perfettamente stirata e allacciata, completo nero e capelli semi raccolti. Scarpine nere con un accenno di tacco e un fiocchetto frivolo, giusto per ricordare al mondo che sono femminuccia.
Ma torniamo a lei, la vera protagonista di questo post.
Ieri sera era tutta illuminata d'oro, nel suo consueto abito serale, e accanto a lei faceva l'occhiolino un morso di luna.
Appena rilasciata dagli inferi della Hibiya-sen e accarezzata da un'inaspettata brezza primaverile, camminavo spedita accompagnata da questa surreale visione, dimenticando quel leggero senso di disagio che regolarmente mi accompagna prima di qualsiasi incontro di lavoro.
A proposito, qualcuno mi deve spiegare perché i creative director giapponesi hanno tutti i capelli lunghi, sono abbronzati e portano solo t-shirt bianche o nere.
Posted by
Claudia Casu
at
01:54
12
comments
Labels: Ambasciata Italiana a Tokyo, Tokyo Tower
fonte http://www.mostragiapponemilano.it/
Accolgo con piacere una segnalazione pervenuta via email che mi invita a presentare sul mio blog un importante evento culturale in corso fino all'8 marzo 2010: la Mostra "Giappone. Potere e splendore 1568/1868", ospitata presso il Palazzo Reale di Milano.
Info e prenotazioni online presso il sito ufficiale www.mostragiapponemilano.it
"L’esposizione, che si inserisce nel quadro delle attività dedicate nel 2009 dal Comune di Milano al Giappone, illustra con opere di altissimo livello, fra cui alcuni Tesori Nazionali mai visti in Italia, la straordinaria trasformazione culturale, sociale ed economica del Giappone nel corso di tre secoli, che vanno dal periodo di Momoyama (1568-1615) al periodo di Edo (1615-1868).
Paraventi, anche di imponenti dimensioni, rotoli verticali e orizzontali dipinti su carta e seta, ma anche preziose lacche e ceramiche, armature, tessuti e maschere racconteranno quell’affascinante capitolo della storia giapponese identificato con la nascita del mondo moderno, che si costruì intorno ai due fondamentali nuclei culturali e di potere: Edo (attuale Tokyo), capitale amministrativa, e Kyoto, capitale imperiale. La mostra affronta infatti proprio quel periodo cruciale in cui il Giappone moderno si formò attraverso l’intreccio e il confronto tra l’ambiente feudale e samuraico da un lato e la nuova borghesia finanziaria e imprenditoriale dall’altro, ma anche nella compresenza delle antiche tradizioni della corte imperiale.
Il breve periodo di Momoyama prende il nome dalla zona di Kyoto, divenuta sede del sontuoso castello fattovi edificare da Nobunaga. Il periodo è caratterizzato da una produzione artistica straordinaria in campo pittorico, ma anche delle arti applicate. Nuove scuole pittoriche fioriscono e sorgono centri d’artigianato di altissima qualità nelle lacche come nelle ceramiche, nei tessuti come nelle armi.
Il periodo di Edo è quello in cui la famiglia dei Tokugawa, conquistato definitivamente il paese, riuscì a esercitarvi un ferreo controllo congelandone il sistema feudale. Col titolo di shÿgun, la massima autorità politica, amministrativa e militare del Giappone, conferito a Ieyasu dall’imperatore nel 1603, questa famiglia governò il paese per due secoli e mezzo isolandolo pressoché totalmente anche dal resto del mondo. Questa pax Tokugawa determinò nel paese un impressionante sviluppo sia urbano sia della classe borghese, finendo per minare dall’interno il predominio dell’aristocrazia di spada dei daimyÿ, i feudatari, e dei samurai, loro vassalli [...]".
Semplicemente imperdibile.
Ci sono già stati altri periodi medio-lunghi in cui, per motivi vari, non ho trovato il tempo per aggiornare questo blog. Momenti pieni di impegni, pensieri, riflessioni, ma anche di innumerevoli corse sulla metro per cercare di accelerare i tempi di ambientamento "in questo popoloso deserto che appellano... Tokyo".
Questa volta, però, è stato un po' diverso. Non c'è stato giorno in cui non abbia aperto questo blog con l'intento di sforzarmi a scrivere qualcosa di nuovo, con la speranza di avere forse domani le parole giuste da dire. Ma quelle parole che speravo di dire - soprattutto a me stessa, beh quelle non sono mai arrivate.
Non per questo posso, tanto meno voglio dare a me stessa la giustificazione di strappare una pagina della mia vita. Semplicemente la volto, quella pagina.
Ed eccomi di nuovo qui a raccontarvi, sebbene in mega ritardo (Luca mi perdonerà), una piccola recente avventura della mia gattina Yuka-chan......che con grande piacere ha posato insieme a Luca durante una piacevole cena tra amici di blog (e non solo) in una pizzeria di Tokyo.
Per me è stata una bella occasione per ritrovare un po' di quella chiassosa allegria che, effettivamente, un pochino mi manca quaggiù. Ma anche per scambiare due chiacchiere con chi vive la mia stessa esperienza in mille altri modi, cercando di dare il meglio di sè senza scendere a ingiusti compromessi.
Un sentito grazie di cuore a Luca e alla sua fantastica e sorprendente famiglia, a Mu e alla sua dolce metà, a So, a Marcello e agli altri ragazzi seduti in fondo con cui purtroppo non son riuscita a chiacchierare.
Sardegna e Giappone. Così lontano, così vicino.